La piscina resiliente nel ventunesimo secolo

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La piscina resiliente nel ventunesimo secolo

Nuovo articolo pubblicato sulla rivista “Piscine oggi” Buona lettura!

E’ noto che la civiltà umana si sia sviluppata lungo i grandi fiumi. Non tutti sanno però che il Nilo Azzurro nasce in Etiopia dal lago Tana e poi arriva in Egitto dopo essersi arricchito di elementi fertili che poi restituisce nelle annuali esondazioni. Tutto è connesso in natura e negli ecosistemi secondo sottili equilibri come nell’effetto farfalla secondo cui un minimo battito d’ali può provocare un uragano dall’altra parte del mondo. L’Etiopia è anche considerata la culla della civiltà umana dal momento che ivi si insediò l’Homo sapiens prima di espandersi nel resto del mondo 233.000 anni fa. L’Homo sapiens si adatto meglio dell’Homo di Neardelthal, che si estinse, all’ambiente che trovò sulla terra e dovette migrare in lungo e in largo per poter sopravvivere nel globo. Facendo il punto della situazione dopo 200.000 anni si può dire che, al netto del progresso tecnologico, l’uomo si trova oggigiorno ad affrontare le medesime sfide di cambiamento climatico e migrazioni. Certo apparentemente questa sfida non sembra riguardare l’intera popolazione ma solo alcuni sottogruppi. Ciò non toglie che nell’era dell’antropocene è necessario che l’Homo sapiens si evolva ancora una volta nell’Homo resiliens, capace di saper ritrovare l’equilibrio di fronte ai cambiamenti: il suo sapere non è sufficiente. In un ecosistema l’equilibrio è dinamico non statico perché tutto cambia e si trasforma in natura.

Progettare secondo natura significa tener conto degli elementi sopra descritti e porsi come osservatori per cogliere i bisogni dell’uomo e conciliarli con i ritmi, i cicli, le strutture armoniche della natura.

Se osserviamo da molto vicino una molecola d’acqua ad esempio, sappiamo che gli atomi di idrogeno e ossigeno sono disposti nello spazio creando un angolo di 107°: questa caratteristica insieme a molte altre fa si che l’acqua sia la molecola della vita sulla terra. Se osserviamo a livello macroscopico il ciclo dell’acqua vediamo che non una molecola d’acqua viene persa (legge di conservazione della massa). Nel pianeta blu dagli immensi oceani attraverso i principali passaggi di stato l’acqua cambia forma per mantenersi integra nella sua struttura fondamentale. Secondo recenti studi quando l’acqua viene a contatto non solo con altre sostanze ma anche con suoni, conserva una sua propria memoria che può essere trasferita. Emilio del Giudice, fisico di fama internazionale scomparso una decina di anni fa, ha affrontato il tema del ruolo dell’acqua nella vita. Secondo i criteri della fisica quantistica egli indagò il campo magnetico prodotto dalle oscillazioni delle cariche elettriche dimostrando che la memoria dell’acqua è legata alla capacità delle molecole di creare legami stabili solo in particolari condizioni e solo ad una parte di loro (dominio di coerenza).

Il progettista così come l’utente che esprime il desiderio di avere una piscina nella propria casa o struttura ricettiva per poter essere Homo resiliens deve lavorare tra benessere interno ed esterno.

Siamo tutti d’accordo che la piscina è un accessorio dell’abitare che l’uomo ha inserito come luogo di rilassamento e benessere di corpo e mente. Il benessere, ossia l’essere che sta bene, deve includere un principio armonico che passa attraverso l’attenzione al micro e al macro e ad un benessere esteriore che si trasferisce all’interno e viceversa. Se è vero che l’acqua conserva una propria memoria e che tutto si crea, nulla si distrugge e tutto si trasforma, la piscina resiliente deve tener conto di questi principi attraverso la scelta delle fonti di approvvigionamento idrico e non solo di trattamenti igienico-sanitari. Le piscine termali saranno in questo senso privilegiate usufruendo di acque che sgorgano direttamente dagli strati superficiali della crosta terrestre arricchite naturalmente di sali e microrganismi che le rendono “vive” e pertanto curative ( si ricordano le larve di chironimidi di Saturnia, piccole larve di ditteri importanti bioindicatori che sono rosse per adattarsi ad ambienti poveri di ossigeno) tanto che l’Università del Foro italico ne sta studiando addirittura il “genoma” e la sua elevata biodiversità. Gli antichi romani conoscevano bene le proprietà curative delle acque termali ma ancor più avevano capito ed ereditato dai greci l’importanza della raccolta delle acque meteoriche. In un momento storico in cui nell’area del bacino del Mediterraneo si alternano bombe d’acqua a periodi fortemente siccitosi con sempre più aree in zona desertificazione (vedi Sicilia) si sente urgere la necessità di rimanere uniti, coesi, compatti e non frammentati nell’affrontare il problema e quindi perché no pensare dopo la nascita delle comunità energetiche anche alla nascita delle comunità idriche.

Oggigiorno i saperi antichi e le conoscenze scientifiche vengono utilizzati per progettare attraverso le cosiddette Nature Based Solutions (NTB), soluzioni basate sulla natura che tengono conto anche delle lesson learned ossia di tutto ciò che è stato acquisito anche attraverso errori del passato.

Le NTB comprendono soluzioni che riguardano la chiusura dei cicli naturali (close cycle approach), il riuso e la produzione sostenibile di materia ed energia per affrontare le sfide della società in modo efficace e flessibile.

Prima di tutto il progetto della piscina resiliente deve essere contestualizzato e prevedere una progettazione multidisciplinare. Ciò significa che i vari professionisti dovranno lavorare in modo cooperativo ognuno secondo le proprie competenze e partire da un’analisi attenta del territorio per fornire soluzioni non solo sostenibili ma anche di “buon senso”. L’approvvigionamento della piscina dovrà differenziarsi a seconda delle destinazioni d’uso come ad esempio potabile/non potabile o balneabile/non balneabile, ecc. Sarà necessarie ampliare gli orizzonti per utilizzare trattamenti per la piscina che sfruttino le moderne tecnologie come ad esempio membrane a pH neutro completamente riciclabili da posizionare sul tetto per la raccolta delle acque meteoriche in alternativa alle cisterne interrate e ai laghetti naturali. Si potrà pensare di riutilizzare non solo le acque meteoriche per la piscina ma anche le acque grigie (saponose dei lavandini e docce) pretrattate con sistemi di fitodepurazione: la depurazione sarà meno spinta se si utilizzeranno detersivi ecologici senza fosfati, con tensioattivi di origine naturale. Le soluzioni sopracitate sono già tutte disponibili sul mercato e in nord – Europa anche utilizzate sicuramente molto più che in Italia dove permane una certa fatica al cambiamento, all’adattamento perché non è tutto da cambiare anzi a volte dobbiamo solo recuperare alcuni saperi antichi e unirli alle nuove moderne conoscenze tecnologiche e lasciar andare ciò che non ci è più utile ma anzi ci danneggia. L’uomo resiliente è un uomo capace di cambiare il suo pensiero, di prendere strade nuove e inesplorate, se lo ritiene necessario, come un novello Ulisse riorganizzando in maniera positiva la propria vita dinanzi alle difficoltà. Il mondo delle piscine oggi non può esimersi dal fare altrettanto.

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